Lo stampatore e l’orologiaio 3D

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redazione

22 Ottobre 2014
Reading Time: 2 minutes

Massimiliano Soresini e Marco Tarondo

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Massimiliano Soresini, amministratore di SoNi, fa formazione e produce stampanti (e stampati) 3D. Marco Tarondo, grazie alle sue competenze in programmazione e in elettronica abbinate a una fertilissima creatività, con le nuove tecnologie (da Arduino alle stampanti 3D) ha trasformato la tradizionale attività di orologiaio della sua famiglia in una professione totalmente innovativa, arrivando a progettare prototipi e costruire in casa componenti di orologi o addirittura i macchinari che gli servono per la produzione.

Entrambe le aziende operano a Tavagnacco e i due imprenditori si sono conosciuti al primo “FabLab temporaneo” organizzato, nell’edizione 2013 del Future Forum, dalla Camera di Commercio assieme a Confartigianato e Comune di Udine. Da allora collaborano, nel perfetto spirito della “sharing economy” che si andrà sempre più affermando nel futuro, per avviare il primo FabLab permanente udinese, che vedrà la luce a novembre con numerosi partner, imprenditoriali e istituzionali, a mettere insieme forze e competenze per questa nuova avventura, inedita e assolutamente innovativa per la realtà friulana. Con l’ambizione di ottenere un riconoscimento dai maggiori Fab Lab nazionali e internazionali, ma soprattutto di fare formazione sulle nuove tecnologie di produzione, sulla progettazione e sulle rivoluzionarie possibilità della stampa 3D. Il FabLab sarà luogo per imparare, sperimentare, mettere insieme pensatori, progettisti e “maker”, ma anche studenti, un luogo in cui condividere e fabbricare futuro, stimolando la nascita di professionalità già oggi richiestissime ma ancora poco diffuse.

«Con molto meno di mille euro si può portare a casa una stampante in 3D – ha evidenziato Soresini –. Ma non è tanto comprare la stampante, è saper progettare. Servono competenze che oggi sono richiestissime sul mercato, ma che sono ancora poco trovabili: questa è una vera nuova frontiera professionale per i nostri giovani, per la loro occupabilità ma anche per la loro auto-imprenditorialità».

Ne sa più di qualcosa l’orologiaio Tarondo, che ormai costruisce e stampa da solo tutto ciò che gli serve: parti di orologi, ma anche gli stessi macchinari che gli servono per produrre. O anche, più “prosaicamente”, «la maniglia del frigorifero che mi si rompe – ha scherzato –. Una rivoluzione incredibile che può rendere ciascuno in grado di fare la sua impresa o i suoi prodotti razionalizzando i costi. L’open source permetterà nuova occupazione, nuova impresa e professionalità che creano e condividono, ed è sulla formazione che bisogna investire». 

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