Gorizia sempre più terra di fiction

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redazione

2 Novembre 2022
Reading Time: 4 minutes

Proseguono le riprese di “Eppure cadiamo felici”

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Sono iniziate lo scorso 26 settembre e proseguiranno fino al prossimo 12 novembre le riprese di “Eppure cadiamo felici” la nuova serie tv prodotta da Publispei liberamente ispirata all’omonimo romanzo di Enrico Galiano, pubblicato da Longanesi e tra i più importanti successi editoriali degli ultimi anni.

La regia della serie, realizzata con il sostegno della Friuli Venezia Giulia Film Commission – PromoTurismoFVG, è firmata dal goriziano Matteo Oleotto (“Zoran, il mio nipote scemo”, “Tutta colpa della fata Morgana”, “Volevo fare la rockstar”), che in tutte le produzioni non manca mai di mettere in primo piano il territorio del Friuli Venezia Giulia.

Questa sua particolare sensibilità è stata confermata anche in questa occasione: sono infatti oltre 40 i giorni di riprese sul territorio regionale, con un focus sulla città di Gorizia, ma anche a Gradisca d’Isonzo, Farra d’Isonzo, Villesse e, oltre confine, a Nova Gorica per un totale di 400 figurazioni e 12 attori locali coinvolti.

Il liceo che farà da sfondo alle vicende della serie è il polo liceale sloveno “Simon Gregorcic Trubar” di Gorizia, che diventerà il “Liceo Gioia”.

La serie, che uscirà la prossima primavera su RaiDue e Raiplay, si sviluppa in 8 episodi scritti da Valerio D’Annunzio e Vanessa Picciarelli e ha come protagonista Gioia Spada (Gaja Masciale, “Sul più bello”), che ha 16 anni e vive un’adolescenza difficile. La sua giovane madre, Sabrina (Giorgia Wurth, “Maschi contro femmine”, “Femmine contro maschi”), è la sua nemesi. Bellissima, spigliata, capace di attirare gli uomini come il miele, da quando ha lasciato suo padre diversi anni prima, non sembra riuscire a stare nello stesso posto per più di poco tempo. Questa volta ha deciso di trasferirsi a Gorizia, a casa di nonna Claudia (Paola Sambo, “Occhiali neri”, “Il testimone invisibile”), la madre della madre di Gioia della quale lei ha un ricordo vago e lontano, annebbiato dall'infanzia. Arrivata nella nuova scuola, Gioia si sente come un’estranea con i suoi compagni perché non le interessano le mode, l’appartenere a un gruppo e le feste. Una notte incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo (Costantino Seghi “L’ombra del giorno”) e a mano a mano che i due si conoscono meglio, Gioia per la prima volta sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo e per la prima volta sente di non essere più sola. A completare il cast, l’eclettico Matteo Branciamore (“I Cesaroni”) in un ruolo completamente nuovo, quello del Professor Bove un insegnante di fisica sui generis.

Publispei, la casa di produzione che ha scelto di intraprendere questo nuovo progetto, è famosa per avere la capacità di creare veri e propri brand dell’audiovisivo. Tra i più noti “Un Medico in Famiglia”, “I Cesaroni, “Tutti Pazzi per Amore”, “E’ Arrivata la Felicità” e “Io ti cercherò”.

Il Friuli Venezia Giulia, grazie al lavoro di FVG Film Commission, agli oltre 50 componenti di maestranze locali, alla meticolosa attività di location scouting, si conferma meta molto ambita per le produzioni cinematografiche e televisive, a cui segue un movimento crescente di cine-turisti, curiosi di scoprire dal vivo gli scorci dei set più famosi.

Hanno preso parte alla presentazione del progetto la produttrice Verdiana Bixio di Publispei, il regista Matteo Oleotto, gli interpreti Gaja Masciale e Costantino Seghi; per Friuli Venezia Giulia Film Commission la coordinatrice Chiara Valenti Omero, che ha moderato l’incontro con la stampa.

Per me – ha dichiarato Verdiana Bixio – è un ritorno in Friuli Venezia Giulia in pochissimo tempo: dalla montagna (ndr le riprese del film “Fiori sopra l’inferno) ora siamo a Gorizia e, chissà, il prossimo passaggio sarà sulla costa della regione? Ci siamo trovati e ci troviamo benissimo, lavoriamo con maestranze di primo livello e non posso che approfittare di questa sede per lanciare la proposta per un polo dell’audiovisivo in Friuli Venezia Giulia, una sorta di centro nevralgico a mo’ studi di Cinecittà”.

“Tornare a Gorizia – le parole del regista Matteo Oleotto – per me è sempre un modo per approfondire l’interazione con un luogo che può dare molto dal punto di vista del racconto cinematografico. Nel caso di progetti molto veloci come questo, dove il tempo è limitato e i ritmi sono molto alti, girare in una città come Gorizia aiuta perché ci permette di fare due o anche tre cambi di location al giorno, è possibile prevedere eventuali variazioni di programma, e questo mi dà la possibilità di concentrarmi completamente sulla storia a cui lavoriamo. La città ha questa forza e girare qui porta a un risultato di alto livello. Infine, è bello riviverla e rivederla con gli occhi di chi arriva qui e che non la conosce”.

 

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