L’Ungheria sceglie Trieste per lo sbocco sul mare

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redazione

7 Ottobre 2022
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Presentato a Trieste il progetto di Adria Port per la riqualificazione dell'ex Aquila illustrato al Trieste Convention Center dal vicesottosegretario di Stato ungherese Péter Kiss-Parciu e dall'amministratore delegato di Adria Port Peter Garai, introdotti dal presidente dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale Zeno D'Agostino.

Il progetto porterà alla realizzazione nell'area ex Teseco di un terminal multipurpose flessibile dedicato a contenitori, general cargo e ro/ro su una banchina di 650 metri che permetterà l'approdo contemporaneo di due navi garantendo al contempo una forte integrazione con il sistema ferroviario attraverso la stazione di Aquilinia.

Dopo la stipula dell'accordo di programma, che include le attività di bonifica ambientale, i lavori potranno essere chiusi entro un paio d'anni.

“Il progetto Adria Port all'ex Aquila si concretizza non solo per la convinzione dell'Ungheria di investire a Trieste ma perché rientra appieno nel modello di sviluppo logistico che la Regione Friuli Venezia Giulia si è data: un'unica piattaforma, un asse del Centro Europa di cui il porto di Trieste è punto di partenza e di arrivo attraverso un sistema di interporti che dalla nostra regione raggiunge l'Austria e di lì Budapest”, ha spiegato il governatore del FVG, Massimiliano Fedriga.

L'Ungheria, che non ha sbocchi a mare, ha scelto Trieste, che – come ha spiegato D'Agostino – ha saputo vincere la concorrenza di Capodistria.

“Trieste – ha rilevato Fedriga – si conferma la porta privilegiata per il commercio dell'area mitteleuropea e non solo. Paesi come l'Ungheria e l'Austria sono partner vicini di un sistema unico integrato che può portare sviluppo a tutta l'Europa”.

Il governatore del Friuli Venezia Giulia ha evidenziato la coralità del supporto istituzionale al progetto Adria Port – alla presentazione sono intervenuti anche i sindaci di Trieste, Roberto Dipiazza, e di Muggia, Paolo Polidori – e la celerità dei passaggi in capo al territorio, ma, anche nella veste di presidente della Conferenza delle Regioni, ha auspicato “un impulso alla parte normativa nazionale per semplificare le procedure, soprattutto quelle di carattere ambientale, e dare risposte rapide per rendere il sistema più competitivo”.

 

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