I fondali di Grado tra storia e futuro

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redazione

11 Agosto 2021
Reading Time: 4 minutes

Progetto pilota “Grado 2”

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Giovedì 12 agosto partiranno le operazioni di ricerca, tutela e valorizzazione del relitto di imbarcazione romana al largo di Grado, noto come “Grado 2”. Si tratta di uno dei tre interventi-pilota del progetto “UnderwaterMuse, approvato e finanziato nell’ambito del Programma di Cooperazione transfrontaliera – Interreg Italia-Croazia 2014-2020, di cui è capofila l’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia – Erpac Fvg, in partnership con l’Università di Venezia Ca’ Foscari, la Regione Puglia, l’agenzia Rera – Spalato e il Comune di Kaštela.

Il progetto ha come obiettivo la promozione e la valorizzazione del patrimonio archeologico subacqueo di alcune aree dell’Adriatico, attraverso la progettazione di parchi/sentieri archeologici sommersi e la creazione di soluzioni digitali innovative per la sua fruizione, come la realtà virtuale e aumentata. Già da tempo sono in corso azioni di sensibilizzazione e coinvolgimento degli attori locali, nonché di formazione di guide subacquee, anche per l’accessibilità ampliata. È stato inoltre creato un portale web pubblico, georeferenziato, a disposizione delle comunità e dei turisti, per l'esplorazione virtuale dei siti archeologici sommersi attraverso informazioni vocali, testuali, immagini e animazioni (www.italy-croatia.eu/web/underwatermuse).

Il relitto Grado 2 si trova a una profondità di 19 metri, coperto da pochi centimetri di fondale sabbioso. Fu scoperto il 17 marzo 2000 e nello stesso anno venne condotto dalla Soprintendenza un primo intervento di indagine, con un’équipe dell’Università di Catania. Le anfore del carico appartengono, stando ai pochi esemplari integri e frammentari recuperati, a una famiglia di contenitori adibiti al trasporto di vino e noti come “anfore greco-italiche antiche”, prodotte tra IV e III secolo a.C. in Toscana meridionale, Lazio, Italia meridionale, Sicilia e sul versante adriatico della penisola. La cronologia dei contenitori, seconda metà del III secolo a.C., è estremamente interessante: si tratterebbe del carico di anfore più antico dell’Adriatico centrosettentrionale, per di più antecedente la fondazione della colonia di Aquileia (181 a.C.)

Da dove proveniva e dov’era diretta la nave che trasportava queste anfore? A oggi non abbiamo elementi sufficienti per dirlo. Sappiamo però che anfore simili erano numerose nei grandi empori etruschi posti nel delta del Po, come Adria (da cui l’Adriatico prende il nome) e Spina, e sono state prodotte lungo la costa romagnola, a Cattolica. La presenza di una nave carica di anfore greco-italiche, forse prodotte nell’alto Adriatico e contenenti quindi vino locale, potrebbe essere un altro segnale dell’avanzata di Roma verso est (che già aveva fondato le colonie di Rimini nel 268 a.C. e Brindisi nel 244 a.C.), per lo sfruttamento dei fertili territori agricoli di questo versante e il controllo delle rotte dirette a Oriente. Nel corso di due ulteriori campagne tra 2012 e 2015, condotte dalla Soprintendenza con un’équipe dell’Università di Udine, è stata messa in opera una prima struttura metallica modulare (telaio e griglie rimovibili) per proteggere il relitto e permetterne la fruizione diretta.

Obiettivo dell’intervento del progetto UnderwaterMuse è rimuovere le otto griglie già posizionate, mettere in luce l’intero giacimento, documentarlo in maniera accurata, riposizionare le griglie preesistenti e aggiungerne altre, identiche, per coprirlo completamente, assicurandone in questo modo la protezione e l’accessibilità da parte di subacquei, attraverso convenzioni con “diving center” e circoli subacquei, come già accade nella vicina Croazia. La realizzazione del modello 3D darà modo anche a chi non può o non vuole immergersi di fruire di questo insigne patrimonio sommerso, attraverso l’uso narrativo e comunicativo della realtà virtuale.

Grazie ad un apposito accordo di collaborazione, Erpac Fvg ha dapprima formalizzato i rapporti con i competenti uffici regionali del Ministero della Cultura, Segretariato Regionale e Soprintendenza. Poi, con l’ausilio della Agenzia regionale Informest, ha potuto progettare e avviare la complessa organizzazione di un cantiere subacqueo che presenta diverse peculiarità, grazie alla proficua collaborazione tra i vari enti coinvolti: la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, che ha la direzione dei lavori; la Capitaneria di Porto, Ufficio Circondariale Marittimo di Grado e Compamare Monfalcone, che ha seguito gli aspetti normativi; le Università di Venezia Ca’ Foscari (partner di progetto), di Udine e del Salento, che garantiscono la consulenza scientifica, la Direzione Regionale Musei, che mette a disposizione i locali dell’istituendo Museo di Grado per le attività di elaborazione dati e di laboratorio; il Comune di Grado. È stato infatti necessario conciliare le esigenze legate alle attività subacquee prettamente tecniche, come la movimentazione e l’ampliamento delle griglie di protezione, con quelle scientifiche, che comprendono la pulizia del giacimento, per stabilirne l’estensione e la consistenza, e la sua documentazione completa anche attraverso il rilievo fotogrammetrico per la realizzazione di un modello 3D.

I lavori si avvalgono del supporto tecnico-logistico di una “ATI” composta dalle ditte Archeotest, Essetre e Marine Innovation Tech.

È possibile seguire tutte le notizie, le informazioni e gli aggiornamenti attraverso le pagine ufficiali del Progetto UnderwaterMuse: www.italy-croatia.eu/web/underwatermusewww.facebook.com/Project-UnderwaterMuse-106106884192806/

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