Dal FVG il vino bioresistente

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redazione

24 Maggio 2021
Reading Time: 2 minutes

Presentato “Fysi”

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La cantina Lorenzon lancia la sua prima cuvée bioresistente: Fysi, che in greco significa natura, un vino biologico ottenuto da uve bianche di varietà che proteggono l’ecosistema perché permettono di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. Una cuvée di Rytos e Kretos (famiglia del Sauvignon) insieme a Soreli (famiglia del Friulano) prodotta sotto il marchio I Feudi di Romans d’Isonzo, la linea più prestigiosa della cantina che ha sede a San Canzian d’Isonzo.

I fratelli Davide e Nicola Lorenzon, rispettivamente Winemaker e Sales and Marketing Director de I Feudi di Romans, investono su un vino bioresistente da viti PIWI (“pilzwiderstandsfähig” in tedesco), piante in grado di difendersi dalle principali malattie della vite. Questo significa: trattamenti ridotti al minimo con un basso impatto sull’ambiente e una maggiore tutela della salute delle persone per un risultato sul bicchiere sorprendente.

«Una sfida fatta di ricerca, etica, passione e dedizione, tra passato e presente, che impara dall’agricoltura contadina di una volta, quella dei nostri nonni, per aprirsi al mondo contemporaneo», spiegano entrambi.

L'agronomo friulano Giovanni Bigot, noto per aver brevettato l’”Indice Bigot” che misura in nove parametri la qualità di un vigneto, è stato incaricato di seguire il terreno Lorenzon Cassegliano, situato nella sottozona Rive di Giare, dove nascono i grappoli di Fysi.

«Abbiamo iniziato la fase di indagine e di monitoraggio dei vigneti – spiegato Bigot -, valutato la produzione, misurato la superficie fogliare esposta (Sfe) e il rapporto tra foglie e produzione (Sfe/kg). Il risultato è molto positivo, vicino a valori ottimali. Abbiamo poi determinato l’età del vigneto, formato da piante giovani, e studiato il microbioma del suolo con l’analisi di tutto il DNA della componente organica del terreno. Questo parametro ha dato un risultato molto interessante: sono emerse 520 specie diverse di microrganismi e altri fattori positivi come la stabilità e la resistenza del terreno agli stress ambientali. Questo lavoro è molto importante perché ci consente di intervenire adesso per andare a migliorare ulteriormente i parametri qualitativi in vigna».

«Per la prima volta abbiamo scelto una bottiglia trasparente – concludono Davide e Nicola Lorenzon – proprio per riprendere il concetto di trasparenza ossia poter vedere attraverso le cose. Questo vino, infatti, è immediato, fresco e va a intercettare le scelte dei consumatori più giovani, i ragazzi che saranno il nostro futuro».

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