Premio “Cervignano Nostra” a Luciano Sartoretti

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Al presidente di Credifriuli il riconoscimento dell’omonima associazione culturale dopo la recente assemblea

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Luciano Sartoretti

Luciano Sartoretti

CERVIGNANO DEL FRIULI – Il Premio “Cervignano Nostra” sarà assegnato a Luciano Sartoretti.

A comunicarlo è il presidente dell’omonima associazione, Michele Tomaselli, che conferma l’assegnazione al presidente della Credifriuli come da decisione dell’assemblea dei soci riunitasi recentemente.

Nell’occasione sono stati affrontati i temi di conservazione e recupero del patrimonio storico, artistico e architettonico di Cervignano.

In merito sono state avanzate alcune proposte per la riqualificazione di Casa Ponton.

Infine è stata espressa preoccupazione per l’insufficiente valorizzazione del mosaico di piazza Marconi, già in precarie condizioni, preso atto che non verrà più realizzata la copertura di protezione.

“Cervignano Nostra” lancia l’ennesimo appello. «Chiediamo proposte di riqualificazione e protezione del Mosaico – afferma Tomaselli –: è dal 2006 che non riceviamo risposta. Idem per il tanto agognato progetto del Parco archeologico di San Michele che potrebbe rilanciare il turismo a Cervignano».

Lo stesso Tomaselli ha infine rispolverato una storia dimenticata di mala gestione del patrimonio artistico.

Quella di “Il Mito di Orfeo” dell’udinese Dino Basaldella (Udine, 1909 – Udine, 1977) scultore italiano, fratello degli artisti Afro e Mirko, opera sgretolatasi sotto i colpi di un piccone, probabilmente per effetto dei lavori di ristrutturazione del Cinema Nuovo, rinominato poi Teatro Pasolini.

Primo teatro italiano dedicato all’intellettuale bolognese di nascita e friulano d’adozione, in origine progettato da Ermes Midena e Leopoldo Francovigh, negli anni 90 ritrasformato dall’architetto Gino Valle nell’accogliente sala polifunzionale da 384 posti, come la conosciamo oggi.

“Era il 1994. Grazie a un recente carteggio rinvenuto – racconta Tomaselli – scomparve un dipinto di valore eseguito secondo le cronache d’allora da Dino Basaldella (e non da Afro Basaldella come si ipotizzava), ubicato sulla parete dell’atrio del Cinema “Nuovo”, tra il foyer e la platea. Venne distrutto per far posto a una porta sul muro”.

“Fu cancellata così per sempre – sottolinea Tomaselli – un’opera di valore. In un’intervista dell’epoca Renato Vittor (oggi scomparso), ultimo operatore cinematografico del Cinema, raccontava che era stata realizzata su una base azzurra. Nel 1975 la ricoprì di vernice biancastra, anche se non completamente, tanto che alcune parti rimasero visibili. Poi cosa sia successo veramente, oggi non è chiaro a nessuno, rimane così il rammarico di averla perduta”.

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