Secondo una voce che godette di un certo credito tra i contemporanei, Giovanni
Di leggenda in realtà si tratta, ma capace di farci percepire da un lato le tensioni e lo spirito di “concorrenza” – per usare un’espressione cara a Vasari – che dovettero caratterizzare il mondo artistico dell’epoca, dall’altro la fama e il valore già allora riconosciuti al Pordenone, in grado di far ingelosire perfino il sommo Tiziano.
Era dunque tempo che, a distanza di oltre trent’anni dall’ultima mostra dedicatagli, si organizzasse una nuova rassegna che permettesse non solo di fare il punto degli studi, ma anche di presentare l’artista da un diverso punto di vista: non più egemone in un ambito provinciale, bensì grande tra i grandi del suo tempo.
A promuoverla il Comune di Pordenone, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e l’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale (ERPAC), con la collaborazione del Mibact - Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia e della Diocesi di Concordia-Pordenone e con il patrocinio del Comune di Milano e dei Comuni di Piacenza, Cortemaggiore e Cremona.
Curata da Caterina Furlan e Vittorio Sgarbi, con l’organizzazione generale di Villaggio Globale International, la spettacolare mostra ospitata negli spazi della Galleria d’Arte Moderna/Parco Galvani dal 25 ottobre 2019 a 2 febbraio 2020, permetterà al pubblico di ammirare, accanto a quaranta dipinti e disegni dell’artista, quasi altrettante opere spettanti a esponenti di spicco della pittura veneta e padana del XVI secolo:
da Giorgione, Tiziano, Sebastiano del Piombo, Lotto, Romanino a Correggio a Dosso Dossi, Savoldo, Moretto, Schiavone, Bassano, Tintoretto, Amalteo e altri ancora.
Fanno parte integrante del percorso espositivo un cospicuo numero di dipinti conservati in Duomo e presso il Museo Civico di Pordenone, dove sono presentati in un rinnovato allestimento, insieme con una selezione di stampe, libri e documenti d’archivio.